Il rientro a lavoro dopo la maternità: come gestire il senso di colpa

Uno dei momenti in cui una madre avverte un maggiore senso di colpa è quando torna al lavoro dopo il congedo di maternità. Il ritorno al lavoro dopo il congedo di maternità è vissuto in modo diverso e spesso ambivalente. È un momento che tutte le mamme lavoratrici sanno di dover affrontare: è una necessità che si spera possa avvenire il più tardi possibile. Perché? Perché le mamme hanno paura, ancora oggi, a gestire il senso di colpa.

Oggi, in questo articolo, vogliamo solo capire come gestire il senso di colpa grazie ad alcuni pratici consigli.

Il senso di colpa: perché arriva?

Ogni mamma si pone, giorno dopo giorno, tanti interrogativi: Il mio bambino è troppo piccolo per esser lasciato solo? Il distacco potrà influire sul suo sviluppo emotivo?

Purtroppo dobbiamo ancora una volta tornare al problema societario: il ritmo della vita di oggi ci impone una lotta contro il tempo, aumentando la stanchezza e la costante sensazione di non essere mai troppo brave, troppo capaci, troppo “mamme”.

Una mamma lavoratrice deve essere professionale, efficiente e capace; a casa poi, la stessa cosa: dovrà essere precisa, attenta, gestire i pasti, tenere in ordine la casa e provvedere all’educazione di propri figli. È per questi motivi che le mamme sentono di non “essere mai abbastanza” e iniziano ad avvertire un perenne senso di colpa: potreste dover affrontare i sensi di colpa e la pressione dei giudizi esterni.

Il segreto? Non lasciarti intrappolare dalle aspettative della società: nessuno meglio di voi può giudicare le scelte giuste per la vostra famiglia. Le madri felici e soddisfatte della propria vita cresceranno figli felici.

Che il ritorno al lavoro sia una scelta o una necessità o un dovere, è importante capire come gestire le emozioni contrastanti che derivano dalla separazione da un bambino, ricordandosi che la madre sceglierà sempre e sicuramente la situazione più confortevole per il proprio bambino e per se stessa, riscoprendo il piacere di prendere un caffè con le colleghe. Non aver paura a chiedere aiuto.

Vivere il distacco con serenità

Tante mamme lavoratrici si trovano davanti a una scelta: affidare il proprio figlio a terzi. La decisione può essere dettata da varie circostanze: motivi economici, organizzativi e via dicendo. Affidare il proprio bambino a una persona esterna è una scelta importante e bisognerà valutare ogni singolo aspetto. Se i nonni sono lontani o impossibilitati a dare un aiuto, bisognerà optare per una babysitter o per un centro infantile. Gli asili nido oggi offrono ogni comfort possibile. Visitatene diversi, parlare con insegnati ed educatrici, cercate la soluzione migliore per voi e vostro figlio. Solo quando sarete sicure della scelta fatta, potrete trasmettere la stessa sicurezza al bambino che potrà vivere la separazione in maniera serena.

La separazione: un momento complesso riguarda proprio il tema “separazione mamma-figlio”, il prossimo consiglio. Se avete scelto per una babysitter, iniziate ad abituare gradualmente il bambino. Potete iniziare a uscire per brevi periodi e lasciare il bambino solo con lei: una passeggiata, la spesa qualsiasi piccolo momento che possa essere d’aiuto per far abituare il bambino alla nuova persona. È importante sottolineare che tornare al lavoro non significa rinunciare al proprio ruolo di madre, ma farsi carico della cura del proprio figlio.

Sfatiamo un mito: tornare a lavoro non vuol dire mettere a rischio il legame mamma-figlio.

La madre continua a prendersi cura del bambino anche quando è assente. I bambini hanno una grande capacità di adattamento e le prime separazioni possono essere un’opportunità per insegnare al bambino a conoscere il mondo al di fuori delle braccia della madre. Lasciare al bambino la sua routine, formare e rinforzare le abitudini aiuta il bambino a capire che la mamma va via e poi torna.
Quindi ricordate di salutare sempre il bambino prima di andare a lavoro: così si sentirà sicuro che tornerete.

Gli asilo nido hanno orari prestabiliti per riposino e merenda, così che il bambino possa capire che, dopo il pranzo, la mamma tornerà a prenderlo. Stesso approccio potrà essere usato dalla babysitter: stabilite orari per pasti, passeggiate, bagnetto e riposino così il bambino si sentirà sempre sicuro e, con il tempo, il suo orologio biologico sarà impostato sul vostro rientro parallelo all’attività che avrà svolto.

Impara a delegare

Abbandoniamo l’idea della “Super-Mamma”, nessuno può occuparsi di tutto e tutti in ogni situazione: il tempo a disposizione non è infinito come anche le energie. Subentra la stanchezza, lo stress e il bisogno di riposo. Ecco perché bisognerà imparare a delegare: per la spesa, le pulizie o per fare una semplice corsa al parco. Insomma chiedete aiuto: perché? Perché farsi aiutare non vuol dire essere una cattiva madre, significa prendersi del tempo per ricaricare le batterie ed essere pronti a dare il 100% al proprio bambino. E poi, quando tornate a casa dal lavoro, dedicatevi al vostro bambino: abbracciatelo, coccolatelo, fate in modo che la gioia di stare insieme sia una fonte di gioia e di conforto per entrambi.